quel che resta...
La splendida immagine catturata da "norte" (www.flickr.com/photos/norte_it/) mi ricorda "Propaganda monumentale" di Vojnovic:
«Hanno ordinato di trasferirlo alla stazione», disse Sirotkin mettendosi a fumare. «E là, credo, lo mandano a fondere. Il paese ha un bisogno disperato di metallo per il cosmo.»
«Metallo?» s'indignò Aglaja. «E per te questo sarebbe metallo? Questo è il monumento al compagno Stalin. Noi, tutto il popolo, l'abbiamo eretto. L'abbiamo innalzato quando la gente non aveva il pane e non aveva di che nutrire i bambini. Noi ci siamo privati di tutto per metterlo qui. E tu lo trascini nel fango come una trave qualsiasi. Non ti vergogni?»
Il trattorista si stupì:
«E perché mi dovrei vergognare, mammetta? Come si dice, si vergogna chi conosce la gogna, insomma, io sono solo un trattorista. Mi dicono: trasporta, e io trasporto. Se non mi dicono niente, io vado a farmi una fumatina, ecco tutto», mostrò come avrebbe fatto a fumare, «e niente domande.»
«E se ti agganciassero dietro Lenin, anche lui lo porteresti via?»
«Mammetta, lasciamo stare la politica. È affare di quelli là, con le teste fini. E io sono un trattorista. Sessantasei rubli al mese, be', poi mi presto se qualcuno deve arare l'orto o cose del genere. Ma chi agganciare e chi portare via, mammetta, quello lo decide il nostro caposquadra Dubilin. Lui mi fa, poniamo, Sirotkin, tu devi portare questo là. E io cosa gli dico? Mi dice di andare là e io non ci vado? Che quello non lo faccio o che altro? Quindi, mammetta, spostati e andiamo avanti»
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